MATTEO BERNASCONI (1982-2020)

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Durante una gita scialpinistica solitaria in Val Malgina (Alpi Orobie valtellinesi), la Guida Alpina Matteo Bernasconi è rimasta vittima di una valanga caduta nel canalone del Passo dell’Omo di Malgina. L’incidente è probabilmente avvenuto nella tarda mattinata del 12 maggio. 
Il Collegio Guide Alpine Lombardia si unisce al dolore della sua famiglia e degli amici per la perdita di uno dei migliori professionisti dell’ultima generazione di Guide.

Alcuni suoi colleghi lo vogliono ricordare così:

Matteo era prima di tutto un amico, una splendida persona, solare ed estroversa, con la quale ho condiviso molti momenti. Era una guida alpina, un professionista molto stimato e un alpinista di livello, che amava le salite invernali e che ha scalato e aperto vie anche oltre le Alpi, in particolare in Patagonia, uno dei suoi luoghi preferiti. Personalmente sono affranto e come Collegio delle Guide Lombardia ci stringiamo intorno al dolore dei famigliari, degli amici e di tutti quello che lo conoscevano.

(Fabrizio Pina – Presidente Collegio Guide Alpine Lombardia)

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Il Bernone e il suo lavorare da Guida.
Bernone, si, non Berna, grande di fisico, di cuore grande e un grande professionista.
L’attività del Berna è nata da una passione di fondo, quella passione comune a tantissimi alpinisti e soprattutto a tante Guide.
Il suo percorso formativo non lo conosco alla perfezione ma conosco bene il risultato: eccezionale!
Il suo essere un forte alpinista ha sicuramente influenzato il lavoro ma non credo sia stato il punto fondamentale, nel lavoro di Guida si deve essere competenti ed empatici, il Berna era super aggiornato, era curioso ed attento a tutto ciò che riguardava il mondo delle Guide, a questo univa un’umanità incredibile e nell’accompagnare persone in montagna, nell’insegnare loro a scalare o ad amare la montagna è fondamentale.
Era però una testa dura, in prima battuta era bianco o nero, poi si ammorbidiva e arrivava a trattare, nel lavoro questo gli ha permesso di crescere molto, negli ultimi anni era diventato una Guida con le palle, un professionista eccezionale. Come tutte le Guide aveva le sue preferenze, attività che più amava rispetto ad altre, la cosa bella è che era tutto chiaro anche con le persone che accompagnava ma la cosa ancora più bella è che la gente si divertiva sempre di brutto! Potreste chiedere a tutte le persone che il Berna ha accompagnato, “Matteo Giuseppe” (il suo nome vero che usavamo per sfotterlo un po’) aveva di fondo un sorriso ed una passione che affascinava tutti, anche nelle gite più faticose, anche quando il cliente iniziava a fare fatica vera, era lì che quelle sue caratteristiche davano una “spinta”!
Col Bernone avevamo una chat tra Guide, soprattutto amici, spessissimo c’erano discussioni su temi tecnici legati alla professione, lui era uno dei più precsi e curiosi.
Da quando è nata la sua bambina è diventato uno stakanovista, ha fondato Milano Adventure e ha iniziato a spingere il pedale sull’acceleratore per dare senso al suo “Guida che parte dalla pianura”, il Berna era veramente in gamba, era un professionista vero, mille sfaccettature nel lavorare come Guida, dall’arrampicata agli sci.
Stava riprendendo, dopo la quarantena, lo stato di forma, quell’essere in pompa per sé e di conseguenza per i suoi clienti, quell’allegria e forza di spirito che trovava sicurezza nel suo essere solido come un “bronzo di Riace”…
Ciao Bernone, beviti una birra guardando i tuoi colleghi che portano avanti il tuo lavoro, quello che per te, noi tutti, è il lavoro più bello del mondo!

(Michele Maggioni – Guida Alpina)

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In Memoria di Berna.
Addio ragazzo forte e pieno di vita, dal viso dolce e dal sorriso buono,
Noi ti piangiamo come si piangevano gli eroi antichi morti in battaglia o nelle gare olimpiche.
Giovani spezzati come i fiori dall’aratro o ai margini del prato per la troppa pioggia.
Breve ed intensa la tua avventura ma bellissima, nei ghiacciai, nella neve, nel vento,
nei cieli intatti dipinti di stelle, dall’altra parte del mondo.
Non conoscerai la tristezza della vecchiaia, della decadenza, della morte
perché essa ti ha colto inaspettatamente nella luce calda della giovinezza.

(Pino Gidaro – Guida Alpina)

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